martedì 1 ottobre 2013

basta questa vergogna degli umani




LA SOFFERENZA DEGLI ANIMALI NELLA RICERCA SUL PARKINSON

Esempi di esperimenti animali finanziati da Parkinson’s Uk

Non risulta che il morbo di Parkinson si manifesti spontaneamente se non nella specie umana, ed è per questo motivo che i ricercatori fanno ricorso a operazioni che danneggiano intenzionalmente il cervello degli animali per riprodurre sintomi che assomiglino al Parkinson. Anche se esistono somiglianze tra il cervello dell’uomo e quello dei primati, i cervelli delle scimmie non sono versioni in scala ridotta dell’organo umano. Il loro cervello, infatti, è il risultato di un’evoluzione biologica specifica, plasmata nel corso di milioni di anni da influenze ambientali, sociali e genetiche. Sebbene la specie più usata siano i ratti, nella ricerca sul Parkinson vengono spesso utilizzati anche macachi e scimmie marmoset.


Scimmie rese gravemente disabili

In due esperimenti finanziati da Parkinson’s Uk (in precedenza Parkinson’s Disease Society) sono state usate rispettivamente 26 e 8 scimmie marmoset. (108)
(109) Per cinque giorni consecutivi agli animali sono state somministrate iniezioni giornaliere di Mptp, che li hanno resi disabili a tal punto che non erano più in grado di nutrirsi da soli. Nelle otto settimane successive, hanno mostrato rigidità degli arti, scarso coordinamento, mancanza di equilibrio e incapacità di vocalizzare. Solo al termine di questo periodo hanno ricevuto un trattamento destinato ad alleviare i loro sintomi. Tramite “gavage” (alimentazione forzata), a queste scimmie “fortunate” è stato somministrato un cocktail di sostanze chimiche diverse; altre, invece, sono state lasciate a sopportare tutti gli effetti dell’avvelenamento da Mptp senza alcun trattamento. Alla fine, il comportamento delle scimmie “trattate” e “non trattate” è stato messo a confronto e valutato.

In un altro studio sono state usate 25 femmine di macaco. (110) Cinque sono state uccise subito e il loro cervello conservato per confrontarlo con quello delle scimmie sottoposte al “vero” esperimento. Le altre 20 scimmie, prima di essere a loro volta uccise, hanno ricevuto dosi quotidiane dell’agente chimico invalidante Mptp. Il loro comportamento e la loro capacità di muoversi sono stati monitorati tramite videoregistrazioni. Per obbligarle a eseguire gli ordini dei ricercatori, venivano loro offerti come ricompensa dei pezzi di frutta. Potrebbe sembrare un sistema “affettuoso”, ma le scimmie, a fronte di questi “premi”, vengono molto spesso tenute in un regime di deprivazione di cibo e di acqua. Cinque animali sono stati uccisi dopo sei giorni, cinque al dodicesimo giorno e cinque al quindicesimo. Queste ultime avevano mostrato sintomi precoci di danno cerebrale (mancanza di coordinamento) dovuti alla tossicità dell’Mptp. Tutti gli animali sono stati uccisi con un’overdose di anestetico e il loro cervello rimosso per essere studiato in laboratorio.



note bibliografiche:

108. Iravani MM, Jackson MJ, Kuoppamaki M, et al (2003). 3,4 Methylenedioxymethamphetamine (Ecstasy) inhibits dyskinesia expression and normalizes motor activity in
1-methyl-4-phenyl-1,2,3,6-tetrahydropyridine-treated primates. Journal of Neuroscience. 23(27):9107-9115

109. Hansard MJ, Smith LA, Jackson MJ, et al (2002). Dopamine, but not norepinephrine or serotonin, reuptake inhibition reverses motor deficits in 1-methyl-4-phenyl-1,2,3,6-tetrahydropyridine-treated primates. Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 303(3):952-958

110. Bezard E, Dovero S, Prunier C et al (2001). Relationship between the appearance of symptoms and the level of nigrostriatal degeneration in a progressive 1-methyl-4-phenyl-1,2,3,6-tetrahydropyridine-lesioned macaque model of Parkinson’s disease. Journal of Neuroscience. 21(17):6853-6861



Fonte: dossier di Animal Aid tradotto dalla Leal: VITTIME DELLA SOLIDARIETA' (http://www.leal.it/rivista/VOCE85.pdf

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