lunedì 26 agosto 2013

politica

Santanché come Aldo Moro: il caldo fa male a Rotondi

Il gagà del Pdl, nell'ansia di farsi bello agli occhi di Berlusconi, spara la cretinata del mese. In un colpo batte Giovanardi a Mauro che pure a fesserie...

EMANUELE CONEGLIANO
lunedì 26 agosto 2013 18:07


di Emanuele Conegliano

Chi ha avuto modo di leggere Globalist nelle settimane passate, avrà notato come la politica italiana nel mese d'agosto sia stata allietata dalla disfida tra Mario Mauro, Carlo Giovanardi e Gianfranco Rotondi, tre democristiani impegnati a dire la fesseria più inverosimile.

Aveva cominciato Giovanardi irridendo a chi cerca la verità sulla strage di Ustica e prendendosela con chi si era indignato per il ragazzino gay che si era tolto la vita perché non si sentiva accettato: strumentalizzazioni, secondo il nostro.

Lo aveva seguito a ruota Mario Mauro, con la sua difesa a oltranza degli F35, ormai oggetto del desiderio del ministro che perfino durante le visite mediche al dottore che gli dice: "dica 33", risponde: "F35" ed era arrivato a chiedere l'amnistia come nel dopoguerra per salvare le parti meno nobili del suo ex sodale Berlusconi.

Buon ultimo Rotondi, l'imitazione del gagà napoletano Dudù, a tappetino su Silvio, con la sua teoria: le sentenze si rispettano se ci troviamo in condizioni normali. Alta affermazione giuridica derivante dal nobile pensiero di Protagora, ma letto in salsa arcorian-minettiana: mi sento innocente ergo lo sono, ergo datemi la grazia. E chi dice che sono una poco di buono lo denuncio.

Oggi Dudù-Rotondi, in uno spericolato tentativo di superare il capolista Giovanardi, ha tirato fuori un colpo da autore: "Il Pdl è unito e la 'pitonessa' (Daniela Santanché) ha solo difeso Berlusconi con energia". Senza fare paragoni impropri, vorrei ricordare che Aldo Moro nel 1976 difese la Dc e Gui con molta più durezza, scandendo la Dc non si farà processare nelle piazze".

E certo, la Santanché come Moro ci mancava. Stessa statura morale; stessa sobrietà; stessa profondità di pensiero politico e, verrebbe da dire, stessi orecchini e stessi tacchi a spillo, che - come è noto - chi frequenta da vicino Berlusconi dopo un po' vede solo quello.

Ma soprattutto è sublime il paragone: non ci faremo processare nelle piazze. Premesso che per Gui non vennero emanate leggi ad personam, né esistevano all'epoca troppi giochetti e trucchetti per mandare tutto in prescrizione, il nostro gagà napoletano non ricorda che Berlusconi non è stato processato in piazza, altrimenti l'unico a poterlo ancora riconoscere sarebbe il suo dentista. Ma il Cavaliere è stato processato - e condannato - in un regolare processo. Non in un tribunale speciale di quelli che andavano di moda ai tempi di Benito, di cui la pitonessa sembra essere una fan. Ma cosa vogliamo fare? Quando si sogna di fare il politico e poi si fa carriera all'insegna dell'ideologia del Tuca-tuca, Santanché o Aldo Moro pari sono.

Vorrei proporre a Globalist un concorso a premi: chi riuscirà a paragonare Apicella a Sandro Pertini? Al vincitore una bella crociera con biglietto di sola andata alla Cayenna. Se i tre tenori della frescaccia arrivassero primi a pari merito sarei lieto di sborsare io stesso la differenza. Cayenna per tutti, non si badi a spese.
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