martedì 24 settembre 2013

Inquinamento

Inquinamento: siamo prossimi all'estinzione

Secondo il prossimo rapporto dell'Onu in assenza di una politica sui gas serra, siamo in prossimità della catastrofe ambientale, con innalzamenti dei mari fino a 80 cm.

LUCA SCARNATI
martedì 24 settembre 2013 15:39


di Luca Scarnati

Secondo varie anticipazioni il quinto rapporto dell'IPCC non sarà per niente da ridere. L'Intergovernamental Panel on Climate Change, la comunità di scienziati che da anni per conto delle Nazioni Unite segue le vicende del clima, è pronta a presentare al mondo un testo frutto di 6 anni di lavoro che mostra come le variazioni climatiche implicheranno cambiamenti significativi per la vita sul pianeta.

La variabile maggiormente studiata è l'immissione di gas serra in atmosfera, che creano uno strato gassoso che trasforma il pianeta in una gigantesca serra, al cui interno la temperatura aumenta inesorabilmente. Le immissioni sono prodotte dalle attività industriali e agricole connesse al nostro attuale stile di vita, prevalentemente dall'uso di combustibili fossili, e nonostante gli sforzi, vedi protocollo di Kyoto, non sono diminuite. Va per altro detto che anche se smettessero improvvisamente da un giorno all'altro, ormai si è innescato un processo che se non è irreversibile avrebbe comunque bisogno di molti anni per essere fermato.

Secondo diverse stime sull'andamento di queste variabili, sono stati previsti 4 scenari per lafine del secolo, dal più ottimista, con l'aumento del livello dei mari di 24 centimetri e della temperatura di un grado rispetto al periodo 1986 - 2005, a quello più pessimista, con l'aumento del livello dei mari fino ad 80 centimetri e della temperatura di 3,7 rispetto allo stesso periodo.

Purtroppo la previsione più probabile, in linea con l'attuale livello di emissioni, sembra essere proprio la più pessimistica. Non che sia una grande novità, si consideri che l'ultimo tentativo di arginare il problema attraverso accordi a livello mondiale, con la conferenza diDoha nel dicembre 2012, è sostanzialmente fallito, rinviando tutto al 2020, tra sette anni, quando potrebbe essere troppo tardi. E nel frattempo siccità, isole sommerse, perdita di biodiversità saranno solo alcuni degli effetti sul pianeta.

Forte dell'abbondanza delle prove accumulate in questi anni, il rapporto usa un'espressione molto forte definendo "virtualmente certo" il cambiamento climatico e la spinta verso l'aumento della temperatura. "Per la prima volta ci è stato chiesto di esaminare l'ipotesi di un aumento compreso tra i 4 e i 6 gradi, quello verso cui attualmente stiamo andando", racconta Riccardo Valentini, uno dei coordinatori europei degli scienziati Ipcc. "In questo caso l'impatto sulla vita del pianeta sarebbe pesantissimo: i biologi ormai parlano di sesta estinzione di massa".

Nessun commento:

Posta un commento