lunedì 2 settembre 2013

Siria

Siria: la guerra del gas

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La Gran Bretagna dice NO alla guerra, la Camera dei Comuni ha votato contro la guerra in Siria e ci sono state aspre discussioni, con le richieste di dimissioni del premier inglese. Dopo che mercoledì 28 agosto, la delegazione russa e cinese hanno abbandonato il tavolo della riunione di sicurezza dell’ONU richiesta dall’Inghilterra affermando che: “Le prove fornite dagli USA non sono affatto attendibili”, la coalizione anti-Siria, creata da Obama, perde pezzi oramai ogni giorno e Cameron incassa la seconda sconfitta in una settimana.  Dopo il NO alla guerra della Germania e dell’Italia, anche la Gran Bretagna declina l’invito di Obama ad una guerra che potrebbe causare danni catastrofici per la popolazione europea e oggi la  Bonino ha affermato in una intervista, senza mezzi termini, che un intervento militare in Siria potrebbe scatenare una guerra mondiale. Dei paesi che hanno partecipato alla riunione tenutasi in Giordania ad Amman in questi giorni, sono rimasti a favore della guerra Stati Uniti d’AmericaFranciaCanadaArabia SauditaQatar Turchia, anche se la Francia si sta lentamente defilando, quindi rimarrebbero solo i paesi che hanno grossi interessi economici diretti nel conflitto, e che stanno cercando di foraggiare la guerra in ogni modo.
L’Arabia Saudita che fornisce armi ai ribelli, e il Qatar, che finanzia con milioni di dollari i ribelli siriani in gran parte composti da mercenari e terroristi di Al-Qaeda, visto che ha forti interessi per costruire un oleodotto in Siria per poter vendere gas via oleodotto in Europa, oltre al GNL che già esporta mediante navi metaniere. Paesi che oltre ad una forte capacità economica e di manovra di alcuni gruppi terroristici, non sono assolutamente in grado di difendersi da un possibile intervento militare della Russia.
Dei paesi europei quindi resterebbe solo la Turchia di Recep Tayyp Erdogan che già abbiamo avuto modo di vedere come si è comportato con la sua popolazione, reprimendo la rivolta del Gezi park anche con armi chimiche, quei lacrimogeni dubito che riceverebbero il bollino 10 e lode dagli ispettori della Nazioni Unite.   Vediamo quindi da che pulpito viene la predica contro Assad che dalle prove uscite fino ad ora risulterebbe innocente, mentre Recep Tayyp Erdogan, risulta il responsabile di quello che è successo al Gezi park, e nessun paese europeo ha pensato, nemmeno per un istante a sanzioni contro la Turchia.
Anche la Turchia  ha forti interessi, visto che ospita gli impianti di stoccaggio Usa di Nabucco, il progetto americano antagonista della Gazprom russa e il Qatar inoltre ha proposto un gasdotto dal Golfo alla Turchia. Perché Obama non dice chiaro come stanno le cose, invece di inventare prove false contro Assad.  L’amministrazione Obama difende gli interessi economici del progetto Nabucco (Nabucco è stato progettato da Washington al fine di convogliare gas per 3.900 chilometri, dalla Turchia all’Austria, e trasportare 31 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dal Medio Oriente, e dalla regione del Caspio, ai mercati europei.), questi sarebbero i famosi interessi americani dei quali parla, solo che si è dimenticato di dire che sono interessi prettamente economici.
Quindi il quadretto è completo, usciti fuori i paesi che hanno meno interessi sono rimasti solo i paesi che hanno interessi economici forti. Quindi altro che diritti civili, democrazia e tutte le solite palle, possiamo chiamarla tranquillamente la guerra del gas, un film già visto che alla fine ha, come tutte le guerre, un solo finale: la morte di civili e in particolari di bambini innocenti.
(approfondimenti di Informare Over Blog)

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