martedì 1 ottobre 2013

cosi non è giustizia è omicidio

Costole rotte, testa fracassata, denti rotti. Per l’infermeria del Carcere l’uomo é morto d’infarto.

CategoriesAbusi e Poteri
Cari amici,
prima di raccontarvi la storia di questo Marcello Lonzi, 29enne morto dopo un normalissimo infarto, volevo ricordarvi che… In Italia la pena di morte è stata abolita dalla Costituzione nel 1948. Però all’interno delle carceri del nostro Paese, muoiono ogni anno più di 100 detenuti in circostanze MISTERIOSE.
Ad esempio la morte di Marcello, un ragazzo in piena salute il quale é morto all’interno del carcere di Livorno dopo un infarto, “così porta il rapporto stillato dall’infermeria situata all’interno del Carcere”.
Ma il medico legale trova Marcello con otto costole rotte, due denti spezzati, due buchi in testa, mandibola, sterno e polso fratturati.
Vedete, come si potrebbe contraddire il rapporto stillato dall’infermeria del Carcere?
Beh… come non dare ragione al personale dell’infermeria, d’altronde sono centinaia in Italia le persone che giornalmente vengono colpite da un infarto. Infatti tutti quelli colpiti da “infarto fulminante”, vengono trovati con la scatola cranica fracassata, 8 costole rotte, denti spezzati ed ecchimosi in tutto il corpo.
Direi tipica morte da infartuato.
Anche un ragazzo di nome Stefano cucchi, il quale é deceduto per un “arresto cardiaco”, recita un generico e distaccato bollettino medico legale.
Beh… come non dare ragione al medico legale, sono centinaia in Italia le persone che giornalmente vengono colpite da un arresto cardiaco. Infatti tutti quelli colpiti da un arresto cardiaco si presentano con LESIONI ed ECCHIMOSI alle gambe, al viso e al torace… oltre che con un occhio letteralmente fracassato.
Direi tipica morte di un cardiopatico.
Anche un ragazzo di nome Federico Aldrovaldi, il quale é é deceduto per “insufficienza funzionale cardio- respiratoria” , recita un generico e distaccato bollettino medico legale.
Beh… come non dare ragione al medico legale, sono centinaia in Italia le persone che giornalmente vengono colpite da insufficienza funzionale cardio- respiratoria. Infatti tutti quelli colpiti da insufficienza funzionale cardio- respiratoria si presentano con la testa fracassata, costole rotte e torace completamente distrutto.
Direi tipica morte da insufficienza funzionale cardio- respiratoria.
La domanda nasce spontanea: ma credete che la gente non abbia l’intelligenza di capire o comprendere come siano realmente andate le cose?
Cari signori, é inutile che ci prendiamo per il culo… in questo Paese la tortura é sempre esistita e continua ad essere presente nelle caserme, questure, carceri o meglio lager di Stato.
Mi rivolgo ai parenti di questi martiri: i vostri figli non sono morti per cause naturali… Bensì sono stati torturati, pestati, massacrati, umiliati e uccisi da un branco di BESTIE FRUSTRATE, le quali non aspettano altro che scaricare la propria repressione e insoddisfazione sul corpo dei vostri figli.
Nel nostro Paese non esiste il reato di tortura, anzi, si pratica e basta… Ci manca il ritorno allo schiavismo e buon Medioevo a tutti.

61 thoughts on “Costole rotte, testa fracassata, denti rotti. Per l’infermeria del Carcere l’uomo é morto d’infarto.

  1. Eugenio on 
    Egregio signor Mavilla, ma come si permette a scrivere queste falsità. All’interno della struttura é presente un mini ospedale con medici ed infermieri specializzati.
    Lei é un dottore che vuole contraddire quanto esaminato dai medici della struttura all’interno del carcere?
    Ma come si permette a fare queste illazioni? Lei é un diffamatore.
    • Gentile signore,
      magari se ci raccontaste che Babbo Natale scende dal camino e la Befana vola con la scopa, noi ve ne saremmo molto grati…
      Molti di voi non sono in grado di accettare le critiche… definendole addirittura diffamazioni, calunnie o bugie, per il semplice fatto che appartenete a quell’Italia del “non vedo e non sento”.
      Concludo ricordandole che: Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi conoscendola la chiama bugia è un DELINQUENTE.
      Andrea Mavilla.
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