giovedì 27 febbraio 2014

BASTA QUESTI ORRORI

Hans Ruesch per l'Abolizione della Vivisezione. Ora.
-https://www.facebook.com/HansRueschPerlaAbolizioneDellaVivisezioneOra

____________________________

Dal libro: LA MEDICINA SMASCHERATA
Di Hans Ruesch.

* 12. Come si distrugge un movimento dall'interno [p, 168]

________*________

* Ritorniamo allo straordinario caso della Schär-Manzoli. Lei dice che non fu infiltrazione. Allora cosa fu?

Pazzia. Almeno a partire da un certo punto, fu pazzia pura e semplice. E' tutt'altro che eccezionale nel nostro ambiente. Non è che bisogna esser pazzi per odiare la vivisezione, anzi. Ma col tempo lo si può diventare, vista l'ostilità o la costante incomprensione che s'incontrano, anche da parte degli amici o del proprio nucleo familiare, cosa che poi viene risentita come la più offensiva di tutte.
Io potrei nominarle molti casi.

* Dunque per lei quello della Schär è stato un caso psichiatrico...

Non solo per me, anche per molti altri che l'hanno conosciuta bene, come il dottor Hartinger, il primo presidente della Limav, che per avere espresso questo suo sospetto in una lettera si è subito buscato un processo, e anche per il Professor Pietro Croce, che quando lo ha capito si è subito dimesso da vicepresidente, dicendomi di non poter rimanere in una società diretta da una pazza. E non c'è nulla di più facile per dimostrarlo. Basta vedere le pazzesche contraddizioni tra ciò che un tempo aveva dichiarato e divulgato in tre lingue e decine di migliaia di copie e poi un bel giorno con tanta sicurezza negava di aver mai detto e divulgato.
Così alla pagina d'apertura del suo dossier, di quasi 400 pagine, da lei pubblicato subito dopo perduto il referendum, dunque alla fine del 1985 si legge:

Avevo cominciato dal niente, ma con tanta fede e un grande Maestro: Hans Ruesch, i cui consigli e il cui libro <<Imperatrice Nuda>> erano stati per me qualcosa come Bibbia e Vangelo.

Poi alla pagina 116 si legge ancora:

Desidero, prima di chiudere questo <<Dossier>> esprimere la mia riconoscienza ad Hans Ruesch: tutti noi, quando intraprendiamo qualcosa, abbiamo alle spalle un'insegnamento e durante la nostra marcia abbiamo bisogno di aiuto, di sostegno, di consiglio.
Hans Ruesch è stato ed è, il Maestro e la Guida; è il sostegno nei momenti difficili, l'amico nel momento del pericolo.

E, ancora nel marzo 1989: <<Hans Ruesch, presidente e fondatore del Civis-Schweitz, capo spirituale ed ideologico del movimento antivivisezionista mondiale..>>. Decisamente grottesche, alla luce di questi salamelecchi, le dichiarazioni che la medesima signora riesche a far pubblicare sulla "Gazzetta Ticinese" del 30 aprile del 1991, addirittura in forma di titolone con la spiegazione:

Milly-Schär Manzoli risponde a un articolo apparso su Gt il 2 aprile scorso. ANTIVIVISEZIONISTI SIAMO SOLO NOI.
"Nulla a che fare con Hans Ruesch che è stato espulso dal movimento".

Nel testo altre chicche della signora:

Non corrisponde al vero che Milly-Schär Manzoli sia l'<<alieva>> di Hans Ruesch [NB: io non mi ero mai sognato di affermarlo, lo aveva affermato l'articolista della Gazzetta che lei stava contestando]: le azioni di Milly-Schär Manzoli parlano per lei e per i suoi collaboratori, non certo per Hans Ruesch che non ha alcun diritto di arrogarsi il merito di essere l'ispiratore o peggio, il <<maestro>> di un lavoro di tredici anni effettuato malgrado lui, e che ora lui tenta di distruggere.

E' in presenza di simili contraddizioni che è difficile esimersi dal concludere che qualcosa è andato in tilt in quel cervello, che pure un tempo sembrava andar benissimo, al punto che l'avevo incoraggiata e le avevo permesso perfino di servirsi dei miei testi.

* Che cosa si può dire della Schär-Manzoli <<prima maniera>>?

La Schär aveva fondato l'Atra con il suo giornalino "Orizzonti" poco dopo aver assistito alla mia prima conferenza si "Imperatrice nuda" al palazzo dei congressi di Lugano nel novembre del' 76. A capo dell'Atra sostenne con passione per più di un decennio la battaglia del mio Civis, dapprima tutta presa a far vincere il referendum Weber. In tutti gli eventi della campagna referendaria si faceva notare per l'entusiasmo che mostrava e il chiasso che faceva.

* Nei suoi rapporti lei ha raccontato, dopo la rottura, di come la Schär tenesse male i suoi animali, un particolare un pò strano per una zoofila dichiarata...

Una volta che, nel 1985, andavo in macchina a Ginevra per un incontro con Franz Weber, feci una piccola deviazione per vedere il nuovo domicilio che la Schär aveva trovato in affitto per pochi soldi a Evionnaz, un villaggio del Vallese, dopo che a Lugano non trovava più da affitare niente. Avendo visto che anche a Evionnaz, la Schär teneva il suo cane e i suoi circa 25 gatti rinchiusi in uno stanzino pur avendo a disposizione un prato di campagna, le avevo chiesto come mai non li facesse pascolare. Mi aveva risposto che infatti stava aspettando un reticolato che aveva commissionato. Solo anni dopo venni a sapere che mi aveva mentito.
Il reticolato non fu mai fatto nei due anni della sua permanenza a Evionnaz, come appresi più tardi da un verbale di polizia fattomi pervenire dal marito. Ma siamo giusti, forse era per assoluta mancanza di soldi. Difatti la Milly-Schär figurava nella lista dei falliti fin dal 1987, per cui nessuna impresa le avrebbe cominciato un lavoro senza un acconto - particolarmente in Svizzera, dove si fa credito solo ai ricchi.

* "Informazioni sulla maniera in cui la Schär teneva i suoi animali furono date dal principale settimanale di inchiesta svizzero, lo" Schweizerischer Beobachter "del 25 marzo 1988, in cui si denunciavano le condizioni indecenti in cui la Schär teneva chiusi a casa sua <<un cane e più di 25 gatti in [un] vano di 15metri quadri>>. E nell'articolo si raccontava che regolarmente i coinquilini, disturbati dall'enorme fetore, avevano chiamato ispezioni, che si erano concluse con il trasloco della bizzarra signora...

Però l'attacco del Beobachter era rivolto, in realtà, contro di me.
Per questo pubblicai, mediante inserzioni a pagamento su tutti i principali giornali della Svizzera tedesca, una lettera di protesta intitolata: <<il Beobachter espone TUTTE le truffe o solo quelle a cui lui stesso non partecipa?>>, in cui accusavo il Beobacter di aver sempre dato man forte alla propaganda vivisezionista e di aver denigrato la Schär solo per screditare me, dato che lei era conosciuta come la mia più appassionata imbonitrice, non solo in tutta la Svizzera ma anche nei paesi vicini, Francia, Austria e Germania, dove buona parte degli antivivisezionisti leggevano "Orizzonti" su mio consiglio. Io non avevo tempo di pubblicare Rapporti oltre i miei inglesi, che andavano in tutto il mondo anglofono.

* Quand'è che le si cominciarono ad aprire gli occhi?

Già nel 1988 cominciai a preoccuparmi vedendola trascinare in tribunale sempre più vecchi amici, alleati, collaboratori e benefattori. A cominciare dalla sua migliore amica romanda e vicepresidente della sua lega, Mme Ninette Hanselmann di La Chaux-de-Founds, subito dopo il suo proprio marito Ernest al quale lei e la figlioletta dovevano la propria nuova residenza in Svizzera, e poi per finire più di tutti anche me.

* Ha detto che la Schär aveva denunciato anche il marito?

Proprio cosi: aveva denunciato Ernest Schär per maltrattamenti, ma poi aveva dovuto ritirare la denuncia.

* Quando avvenne il primo attacco della Schär contro di lei?

Alla fine del 1989, poco dopo il sensazionale convegno organizzato dalla Pratesi a Montecitorio. La crisi era stata determinata dalla gestione della Limav, la lega dei medici fondata due anni prima, il cui statuto, compilato da Max Keller, che era un esperto di scartoffie e statuti, assegnava alla sua partner e segretaria Schär l'ultima decisione in merito a chi poteva appartenere o meno a questa lega di medici - con tutto che nè lei nè lui fossero medici.

Io, che vi figuravo come presidente d'onore, non avevo nulla da dire. Mi avevano convinto ad accettare dicendomi <<Lei capirà, signor Ruesch, una lega così senza il suo nome non si potrà mai fare>>, e come comitato scientifico di questa Limav avevano nominato tutti i medici internazionali che io avevo raccolto, quelli che si erano messi in contatto con me dopo l'uscita dei miei libri nelle varie lingue.
Alla vigilia dello storico avvenimento a Montecitorio, la Schär decise di ritirare la partecipazione della Limav scagliando contro il presidente Hartinger l'accusa di essere un infiltrato. Naturalmente i medici la ignorarono.
I pannelli montati all'ingresso dell'aula furono intestati solo alla Fondazione Imperatrice Nuda della Pratesi e al Civis, e i medici furono felici di intervenire lo stesso. C'è l'elenco completo sul mio "Civis Foundation Report Nr 8" di cui la Schär riuscì a farmi imporre dal giudice di Bellinzona, Pedrazzoli, il divieto di distribuire, malgrado tutte le leggi sulla stampa e una risata sottintesa di questo magistrato che rilevò l'inutilità della sua decisione, dato che la richiesta era stata fatta a distribuzione già avvenuta. Fu così che la Limav morì per sempre.

* "Come reagì l'autore dello statuto della Limav, il Keller" ?

Come sempre, rimanendo invisibile tranne che sulle pagine di "Orizonti". Anche nei processi, la Schär lo nominava come testimone ma lui non si faceva vedere.

* Chi era Keller?

Un ex maestro di scuola e mio coetaneo, presidente di una delle 4 leghe zoofile di Zurigo, e che fin dal 1° gennaio 1973, l'anno in cui andava in pensione perchè compiva sessant'anni, era entrato a far parte della Commissione cantonale di controllo dei laboratori di vivisezione, per poter riferire ai soci che non devono preoccuparsi, che tutto quello che vi si fa agli animali corrisponde ai canoni dell'etica, che insomma agli animali da esperimento non viene torto un pelo.

* Cioè il contrario di quello che dovrebbe fare una vera commissione di controllo...

Come membri di queste commissioni vengono scelti funzionari di cui lo Stato sa di potersi fidare assolutamente. Uomini appartenenti da lungo tempo alla protezione animali, che perciò ispirano fiducia ai soci sebbene sia loro vietato di riferire quel che vedono.
Noti che essi non possono far visite a sorpresa, devono chiedere un appuntamento e per di più nei laboratori trovano porte che non è permesso aprire neanche per loro. Dunque una buffonata bella e buona. Ricevono anche un modesto indennizzo per il disturbo che si prendono. Noi antivivisezionisti odiavamo questi individui più degli stessi vivisettori.

________________________

Continua... [...]

Vedi qui:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.470030849741433.1073741828.469925656418619&type=3

Informazioni scientifiche:
http://www.hansruesch.net/

__________________________

Nessun commento:

Posta un commento