giovedì 31 ottobre 2013

vaticano

Perché la Sala Udienze del Vaticano ha la forma di un serpente?

Perché la Sala Udienze del Vaticano ha la forma di un serpente?

5 Comments 🕔09.ott 2013
- di Daniele Di Luciano -
La massoneria si diverte con poco. Dopo ciò che abbiamo visto a San Giovanni Rotondo, l’abbiamo capito. Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, vi riporto un brano dell’articolo de “Il Giornale“:
Padre Pio da Pietrelcina, il santo stimmatizzato che nel 1913 si lamentava per quei «disgraziati fratelli» che «corrispondono all’’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’’infame setta della massoneria», sarebbe stato traslato e sepolto in una chiesa zeppa di simbologie massoniche: il nuovo santuario di San Giovanni Rotondo progettato da Renzo Piano. L’accusa non è nuova, già nel 2006 la rivista ultra-tradizionalista «Chiesa Viva» lanciò l’allarme con un polemico studio dell’’ingegner Franco Adessa. Più cauto, ma ugualmente severo, anche il fascicolo «L’’oltraggio a Padre Pio», pubblicato tre anni dopo da Angelo Maria Mischitelli, autore di vari libri storici sul santo del Gargano. Ora è destinato a far discutere il primo volume che tratta diffusamente l’argomento, Il mistero della Chiesa di San Pio (edizioni Settecolori, pp. 216, 15 euro), da oggi nelle librerie italiane.
L’infame setta della massoneria, così San Padre Pio definiva l’organizzazione che da secoli tenta di rovesciare la società cattolica. E così la dovrebbero definire tutti i cattolici, esclusi i tanti ignoranti e i pochi, ma importanti, collusi. Chi conosce la storia – già, chi? – saprà che esiste una battaglia tra Chiesa e massoneria che va avanti almeno dalla metà del XVIII secolo.
Ma lasciamo perdere la storia noiosa (meglio credere che la Chiesa sia da sempre intrecciata con la massoneria, proprio come vuole quest’ultima!) e il Santuario massonico di San Giovanni Rotondo e dirigiamoci a Roma, per trovare un edificio che è, forse, ancor più inquietante. Mi riferisco alla Sala Udienze del Vaticano, l’aula Paolo VI. Leggiamo suWikipedia:
Nel 1964 Paolo VI incaricò Pier Luigi Nervi di realizzare una sala per le udienze papali a margine della Città del Vaticano, in un lotto compreso tra la Sacrestia della Basilica Vaticana e Piazza San Pietro. I lavori furono avviati nel 1966 e l’inaugurazione avvenne il 30 giugno 1971.
Paolo VI è il Papa che ha chiuso il Concilio Vaticano II, il concilio che ha segnato la “svolta” nella Chiesa. Alcuni cattolici “tradizionalisti” – ma forse bisognerebbe chiamarli cattolici e basta – sono molto critici sia verso Paolo VI, sia verso il suo predecessore Giovanni XXIII, sia nei confronti di tutti i papi a loro succeduti.
Ma questo è un altro discorso noioso, meglio non sapere le differenza tra la Chiesa preconciliare e quella di oggi (meglio per la massoneria, ovviamente!). Torniamo all’aula. Vista dall’alto potrebbe vagamente ricordare la testa di un serpente. Solo vagamente, certo. Anzi, forse la somiglianza è una forzatura. Giudicate voi:
È una forzatura? Può essere. Non si potrebbe dire lo stesso, però, dell’interno della stessa aula. In questo caso la somiglianza è eccessiva. Guardate:
Sembra un po’ troppo per essere una coincidenza, vero?
Se ci soffermiamo sui particolari, l’aula diventa ancora più satanica (e quindi massonica). Oltre alle finestre a forma di occhi e oltre al tetto squamoso, possiamo notare che il palco sembra una bocca aperta con tanto di denti (le due colonne poste a sinistra e a destra del palco) e, addirittura, il passaggio tra i posti a sedere forma la lingua che esce dal centro della bocca!
E ancora non arriviamo alla parte peggiore.
Intanto alcune informazioni sull’ideatore di questo preciso serpente vaticano. Sempre daWikipedia leggiamo che la figura di Pier Luigi Nervi:
fu utilizzata dal regime fascista per propagandare il “progresso” e proposta all’opinione pubblica come un idolo, tanto che le sue opere erano conosciute anche da coloro che a malapena sapevano i nomi dei grandi maestri delRinascimento
Sempre così, più sono amanti dei serpenti, più vengono fatti passare come idoli…
Tra il 1953 e il1958 si occupò della realizzazione della sede dell’UNESCO a Parigi
Per chi non lo sapesse, l’UNESCO è il braccio culturale dell’auspicato Governo Mondiale massonico.
Interessante è anche la chiesa di San Gaspare del Bufalo di Roma, nel quartiere Tuscolano, in via Rocca di Papa.
Essa fu costruita su progetto dell’architetto Pier Luigi Nervi tra il 1976 ed il 1981, e venne solennemente consacrata dal cardinale Ugo Poletti il 24 ottobre 1981. Come ricorda una lapide posta in fondo alla chiesa, il 6 dicembre 1981, alcuni mesi dopo l’attentato, la chiesa ricevette la visita diGiovanni Paolo II.
Anche Wikipedia è costretta ad ammettere:
L’aspetto esterno della chiesa, quello cioè visibile da Largo dei Colli Albani, è molto curioso a livello iconologico: si tratta infatti di un occhio inscritto in un triangolo. Trattasi dell’occhio onniveggente. Esso è stato utilizzato [...] dalla Massoneria come simbolo dell’entità divina da loro venerata, il Grande Architetto dell’Universo
Ecco la chiesa costruita dall’architetto Nervi forse in onore del dio massonico, il grande architetto dell’universo, che, per chi non lo sapesse, è sempre il serpente.
Possiamo adesso tornare al nostro serpente vaticano. Il particolare più inquietante dell’Aula Nervi, riguarda l’interno della “bocca dentata” del serpente che ho cerchiato di rosso. Indovinate cosa c’è nell’opera che si vede da lontano?
Esatto. C’è Gesù, il Dio fatto uomo della religione cattolica. Dentro la bocca di un gigantesco e inquietante serpente, il serpente che nella Genesi rappresenta Lucifero, c’è Dio. Semplici coincidenze o piccole e patetiche “rivincite” massoniche?
[Ringrazio Marco per la segnalazione]
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ANCORA LILLUSIONE CHE QUESTO PAPA SIA BUONO

Dario Fo contro il Vaticano: "Rifiutato un mio spettacolo su Franca"

Il premio Nobel doveva presentare lo spettacolo basato sul testo della moglie scomparsa all'Auditorium Conciliazione a Roma ma "La Santa Sede non ci autorizza a procedere". Fo parla di "censura"
  
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Dario Fo
Roma, 31 Ottobre 2013
Censura. Questa l'accusa lanciata da Dario Fo al Vaticano dopo aver ricevuto la notizia chel'Auditorium Conciliazione di Roma (che si trova nella via omonima ed è di proprietà della Santa Sede) non permetterebbe la rappresentazione dello spettacolo basato su un testo della moglie di Fo, Franca Rame, scomparsa nel maggio scorso. "La Santa Sede non ci autorizza a procedere con la rappresentazione del testo di Franca" ha spiegato Fo parlando apertamente di censura che spegne la "gioia che Papa Francesco ci sta regalando".

La denuncia di Fo
"Exultamus! Abbiamo tutti gridato di gioia per l'apparizione di Papa Francesco. Il fatto è che la sua elezione - scrive Dario Fo in una lettera aperta - è qualcosa di davvero straordinario poiché questo Papa è il simbolo eccezionale del rinnovamento della Chiesa". "Ma tutti si rendono conto che in questo contesto il cambiamento è frenato soprattutto dall'interno della Chiesa". 

Lo spettacolo di Franca Rame vietato all'Auditorium"Un caso macroscopico - continua Fo - è il divieto della rappresentazione dell'opera teatrale basata sul libro di Franca Rame dal titolo In fuga dal Senato che dovrebbe andare in scena proprio a Roma, all'Auditorium della Conciliazione. Un'opera che racchiude un'esperienza di vita e di azioni spesso contrastate perfino quando si trattava di carceri, di lotta alla droga, di opposizione alla guerra e ai massacri dietro i quali spesso si intravvedono chiaramente interessi giocati nell'affare e nel profitto".
"Andrà in scena in moltre altre città"
"E questa messa in scena - che vedrà il debutto su palcoscenici di molte città italiane a partire dalla prossima settimana con Genova - narra anche delle violenze che i miseri debbono subire ogni giorno e degli sbarchi di clandestini che spesso perdono la propria vita in cerca di una vita degna e civile. Il particolare che va sottolineato è che in quel teatro abbiamo altre volte recitato, a cominciare da Mistero Buffo". 

"Ancora con la censura e il divieto?"
"Oggi veniamo a sapere che la Santa Sede - proprietaria di quel locale - non ci autorizza a procedere con la rappresentazione del testo di Franca. Esplicitamente hanno dichiarato: "Niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame". E qui - conclude il premio Nobel - chiudiamo esprimendo uno stupore incredibile. Come può una Chiesa continuare con i costruzionismi da guerra fredda che in Italia abbiamo subito nell'ultimo mezzo secolo, ancora con la censura e il divieto? E ciò significa buttare un'ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che Papa Francesco ci sta regalando".

COLTAN

Coltan: il tuo cellulare è coperto di sangue, lo sapevi

Che bello l’ultimo cellulare… e il tablet? Li voglio.Ma non so cosa c’è dietro, immagino gente china in laboratori quasi sterili che monta e assembla, ma non so cosa c’è dietro. Immagino gente che vestita di bianco li testa, li tocca coi guanti per nonfarci rimanere le impronte, ma non so cosa c’è dietro…. Già perchè dietro al mio bel cellulare c’è una guerra, c’è del sangue versato, popolazioni che si combattono, bambini sfruttati.… E voi lo sapevate?
Tutto nasce dal Coltan, un minerale utilizzato per fabbricare i componenti elettronici usati sopratutto nei cellulari ma non solo, lo troviamo nei materiali chirurgici, nelle cellule fotovoltaiche, nelle telecamere, negli air bag e nelle fibre ottiche, viene usato per la costruzione di turbine aeronautiche e per la fabbricazione di condensatori elettrici di piccole dimensioni.
Il Coltan è un minerale tanto prezioso da aver aumentato il suo prezzo del 600% negli ultimi anni, un minerale leggermente radioattivo, ridotto in sabbia, formato da colombite e tantalio, ed è proprio quest’ultimo ad essere usato per i telefonini che proprio grazie ai condensatori costruiti col tantalio, riescono ad essere così piccoli e potenti, cosa che diversamente con i condensatori in ceramica non sarebbe possibile.
All’inizio il tantalio era estratto dalle miniere in Brasile, in Canada e Australia ma la forte richiesta del mercato ha fatto si che venissero cercate altre miniere. In Congo per esempio… e si è scoperto che l’80% delle riserve mondiali di coltan si trovano proprio in Africa, dove il tantalio è subito pronto per essere acquisito.
Il coltan congolese è estratto da minatori improvvisati che scavano, anche a mani nude, per estrarre questa preziosa sabbia e quindi portarla a spalla fino ai centri di raccolta che non sono altro che i cortili delle case dove i giovani sono impegnati nella cernita e nella pulizia del coltan.
Per prima cosa i giovani lo gettano in aria in aria come se fosse riso poi lo ordinano con delle pinzette magnetiche per eliminare eventuali particelle di minerale di ferro, viene poi lavato, schiacciato manualmente in un grande pestello e mortaio e testato per il eliminare ancora ferro, prima di essere inserito in un fotospettrometro  per testarne il contenuto tantalio.
E’ il nostro unico modo di guadagnarsi da vivere“, ha detto Blanchard, un intermediario che viaggia per acquistare coltan dai piccoli minatori e lo riporta a Goma per rivenderlo. Non c’è niente altro da fare qui.”
Purtroppo sembra però che il traffico di coltan alimenti la guerra nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.
Nell’aprile 2001 l’Onu ha presentato un rapporto contro lo sfruttamento illegale dei giacimenti di coltan nel nord del Congo: secondo i dati, circa 1500 tonnellate del materiale sono state esportate illegalmente dall’Africa tra la fine del 1998 e l’estate 1999.
Il traffico di coltan avrebbe fruttato circa un milione di dollari al mese, che sarebbero stati impiegati per finanziare la guerra da parte dei guerriglieri locali.
Un commercio senza regole che si basa su rapporti anomali tra guerriglieri locali, multinazionali occidentali e asiatiche ed organizzazioni criminali internazionali.
L’amministrazione americana ha introdotto l’articolo 1502 che prevede, per i produttori di apparati elettronici, l’obbligo della certificazione sulla provenienza del coltan usato, il problema però è la totale mancanza di un organo di controllo.
Un altro problema è lo sfruttamento dei minori per la ricerca del minerale, ma se si parla con i congolesi dicono che l’importatne è una fonte di guadagno per arrivare a fine giornata, quindi se in bambini non lavorano alla ricerca del tantalio, lavorerebbero nei campi. Peccato che questo porterà all’impoverimento delle risorse agricole congolesi e alla guerriglia sempre più serrata per il controllo delle miniere.
Dal Belgio arriva la campagna di protesta delle associazioni non governative con lo slogan ”niente sangue sul mio Gsm’‘.
Anche le compagnie aerea Sabena (citata nel rapporto ONU insieme ad altre 13 compagnie) e Swissair partecipano attivamente a contrastare il traffico illegale, sospendendone il trasporto.
Il consiglio di sicurezza ha istituito una commissione d’inchiesta, e altrettanto ha fatto il parlamento belga, preoccupato per il possibile coinvolgimento di imprese del Paese.
I principali motivi di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo sono diventati l’accesso a cinque risorse di prima importanza- tra cui la colombotantalite, i diamanti e l’oro – nonché il controllo ed il commercio di queste materie“: questo è il primo punto delle conclusioni degli esperti ONU.
Se volete saperne di più è guardate il documentario del 2007 “Bloody coltan
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pedofilia

Negò residenza a prete pedofilo: leghista rinviato a giudizio!

31-10-2013
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«Ai tempi in cui ero sindaco di Cittadella, ho negato, ritengo ancora giustamente e lo rifarei, la residenza a un ex sacerdote con doppio passaporto e doppio cognome e che un attenta indagine giornalista ha scoperto come processato negli Stati Uniti per pedofilia. Già nel 2011 il prefetto Ennio Sodano, dopo aver disposto presso il Ministero degli Esteri approfondite ricerche sui pregressi di quella persona, si era già pronunciato in mio favore, contro il ricorso mosso dell’ex sacerdote, come peraltro aveva riportato il Mattino di Padova in un articolo pubblicato in data 13/01/2011.
Non solo, lo stesso giornale sottolineava al tempo che, come testimoniato da un reportage di Vanity Fair del 1991, il sacerdote “era stato costretto a lasciare la tonaca perché nella sua stanza era stato trovato materiale pedopornografico”. Peraltro la tendenziosità dell’informazione fornita al lettore circa il mio rinvio a giudizio appare del tutto evidente laddove il giornalista tace la circostanza che anche il Suo ex direttore Omar Monastier e la Sua collega Silvia Bergamini sono imputati nello stesso processo per aver scritto della mia vicenda diffamando a loro volta, secondo l’accusa, l’ex sacerdote Cinel. Anzi, a ben vedere, dei tre imputati di quel procedimento io sono quello che si era limitato a dichiarare quello che i documenti in mio possesso attestavano e cioè che il signor Dino Cinel era stato accusato di pedofilia mentre risiedeva negli Stati Uniti».
Lo dichiara Massimo Bitonci, presidente dei senatori della Lega Nord, a margine di un articolo pubblicato su Il Mattino di Padova e altri del gruppo Finegil, in data 30 ottobre 2013. «Attacchi del genere si definiscono da soli. Per me questa è una medaglia: da sindaco allora, da senatore oggi, ho sempre agito per difendere, nel limite delle mie competenze, i miei cittadini. Quello che ho fatto lo rifarei e affronto giudizio a testa alta. Certi giornalisti, invece, nella loro azione hanno altri obiettivi».
LE PERVERSIONI DEL PARROCO
CHE SCONVOLSE GLI STATI UNITI
(da il Mattino di Padova del 26 luglio 2010)
Dicembre 1991. Leslie Bennetts sviluppa un ampio servizio su Vanity Fair. «I parrocchiani di Santa Rita (New Orleans) appresero dai media cosa combinava uno dei loro sacerdoti preferiti. Padre Dino Cinel è stato scoperto ad aver accumulato una quantità enorme di film porno, foto e riviste con bambini come oggetti sessuali. (…) Ci sono immagini di bambini in pelle nera che praticano sesso orale a vicenda. In alcuni articoli si istruisce su come sedurre i bambini. Nella camera di Padre Cinel vennero trovate 160 ore di videocassette pornografiche in cui il sacerdote praticava sesso (…) con almeno 7 adolescenti maschi».
Lo scandalo era stato tenuto segreto dalla chiesa locale e pure dalla polizia distrettuale per non «mettere in imbarazzo Santa Madre Chiesa», scriveva la rivista, dando atto di aver reso pubblico il caso nella primavera del ’90 a un giornalista televisivo di una rete locale affiliata alla Nbc, Richard Angelico. Cinel era stato scoperto dai superiori a fine dicembre 1988 e discretamente estromesso come parroco. Iniziò ad insegnare all’università, era pagato bene, uno stipendio di 90 mila dollari; dopo 3 mesi, la sua vicenda sconvolse l’America. Il clamore fece scattare la denuncia. Due dei giovani che apparivano nei video, intervistati in tv, descrissero come erano stati sfruttati da «Padre Dino»; la tv mise in onda immagini di Cinel a letto con un paio di adolescenti.
Lui si difese: controllava l’età dei suoi partner sessuali e poi riteneva che «i suoi peccatucci sessuali – scriveva Vanity Fair – fossero dietro di lui e quindi non riusciva a capire quali fossero le ragioni di tanto clamore per una vicenda successa nel passato». Non venne perseguito penalmente – riferisce ancora la rivista Usa – ma solo civilmente da 2 ragazzi. Uno dei quali indignato per essersi trovato protagonista di un servizio pornografico su una rivista europea, Dreamboy Usa, sostenendo che le foto erano quelle che gli aveva scattato l’allora padre Dino. Dal 1950 al 2002, 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109 mila) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi, solo un centinaio sono stati condannati dalle Corti statunitensi.