mercoledì 20 novembre 2013

COME SI PUO LASCIARE QUESTE PERSONE AL GOVERNO DI UNAA NAZIONE VERGOGNOSO

ALTRO CHE SARDEGNA! IERI LETTA SI E’ PREMURATO DI PARARE IL CULO ALLA CANCELLIERI (ED A SE STESSO). TOCCATA E FUGA AD OLBIA, C’ERA LA RIUNIONE DEL PD

 

Letta blinda la Cancellieri: “Voto di sfiducia attacco al governo, chiedo responsabilità”

Il premier all’assemblea del gruppo: “So che la pensiamo diversamente ma serve atto politico: il rifiuto”. Il sindaco di Firenze aveva chiesto a Letta di intervenire per “metterci la faccia”. Civati: “Se non si vota perde il Pd”. Cuperlo: “Se Letta lo chiede saremo responsabili”. Grillo: “Pd da ricovero”.
ROMA - Il presidente del Consiglio Enrico Letta blinda ancora una volta il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ponendo la questione del voto di fiducia sul Guardasigilli sul piano della “responsabilità”. Perché, è l’equazione del premier, la mozione M5S al voto domani alla Camera non è solo indirizzata individualmente al ministro, ma è anche “una richiesta di sfiducia al governo”. Il richiamo alla responsabilità trova terreno fertile nell’assemblea, seppur con i tanti distinguo di chi aveva nettamente messo in discussione la posizione della Cancellieri, arrivando a chiederne le dimissioni – i renziani – o preannunciando una propria mozione di sfiducia – Pippo Civati.
Letta arriva intorno alle 21 all’assemblea dei deputati Pd che deve decidere quale posizione assumerà il partito sul caso Cancellieri. Con lui anche il segretario del Pd Guglielmo Epifani e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Apre l’assemblea il presidente dei deputati del Pd, Roberto Speranza: “Siamo di fronte a un passaggio delicato sul piano politico, con la mozione (di sfiducia individuale al ministro Cancellieri, domani al voto alla Camera ndr) del M5S. Per questo abbiamo inviato Enrico Letta e Guglielmo Epifani”.
Poi prende la parola il premier, che dopo aver parlato della sua rapida visita nella Sardegna disastrata dalle piogge, blinda il ministro della Giustizia. Il voto di domani non è una semplice richiesta di dimissioni di un ministro, ma una richiesta di “sfiducia al governo”, spiega Letta ai deputati democratici, “è un passaggio politico a tutto tondo, quello che viene chiesto è un voto di sfiducia al governo”. Letta chiede dunque un “atto di responsabilità” ai deputati Pd. “So che la pensiamo diversamente, ma vi chiedo atto di responsabilità. La nostra unità, l’unità del Pd, è l’unico punto di tenuta del sistema politico italiano”.
La mozione di sfiducia al ministro Cancellieri, aggiunge il premier, “è frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito”. Il riferimento è a un M5S motivato dai risultati alle ultime elezioni locali: “La campagna cinque stelle, più è aggressiva più sono deludenti i risultati sul piano dei voti nei territori”. Per questo Letta chiede ai deputati Pd di considerare la mozione M5S “per quello che è: un attacco politico al governo. E la risposta deve essere un atto politico: un rifiuto”.
Gianni Cuperlo accoglie l’invito del premier: “La mia opinione è che il ministro dovrebbe dimettersi prima del voto, se però Letta ci chiede si essere responsabili dobbiamo esserlo”. Poi, aggiunge, con un chiaro riferimento a Pippo Civati, che aveva annunciato una sua mozione: “Responsabili dobbiamo esserlo tutti. E non ad intermittenza. Non è accettabile che si annunci una mozione di sfiducia a mezzo stampa contro un ministro del nostro governo”.
In attesa dell’assemblea, Matteo Renzi, attraverso un documento concordato e redatto da Paolo Gentiloni, aveva invitato il ministro della Giustizia, “a nome dell’assemblea dei deputati Pd”, di dimettersi (AUDIO), mentre via Twitter aveva invitato Letta a partecipare all’assemblea solo se disposto “a metterci la faccia” per salvare il suo ministro. Ovvero, caricare sull’esecutivo la responsabilità di ogni decisione.
Ascoltato l’intervento di Letta, Gentiloni prende atto che il premier “viene qui e ci dice che c’è un voto politico sul governo: ma lo faccio con un certo rammarico perché non c’è il merito della discussione”. Così, di fronte alla questione di governo, rientra l’idea di presentare formalmente l’odg. “Non si può non prendere atto di quello che ci ha detto Enrico. A un attacco politico si risponde in termini politici”.
Ma, pur non votando la sfiducia, l’obiettivo dei renziani, spiega ancora Gentiloni, resta un ulteriore gesto di responsabilità, stavolta dal ministro Cancellieri: le dimissioni. “Rimane secondo me l’obiettivo politico di ottenere, dopo avere respinto l’attacco politico, un gesto di responsabilità del ministro”.
Alla fine, si piega anche Pippo Civati, che era arrivato all’assemblea preceduto dall’intenzione di presentare una sua mozione di sfiducia al ministro Cancellieri: “Non sono d’accordo su come è stata posta la discussione. Sicuramente non si può votare la mozione M5S, ma si poteva discutere che fare, anche una sfiducia individuale – spiega nel suo intervento -. Se comunque l’opinione della maggioranza è questa, mi attengo. Obbedirò alla responsabilità che ci viene chiesta perché mi sento parte di un gruppo”. Quanto all’attacco arrivato da  Cuperlo, “non raccolgo le provocazioni congressuali”.
La giornata. L’assemblea dei gruppi del Pd chiude una giornata lunga e combattuta. Che aveva visto Matteo Renzi chiarire sui media e via web la sua posizione sulla vicenda del Guardasigilli in modo netto: “Sono per le dimissioni di Cancellieri, indipendentemente dall’avviso di garanzia o meno” scrive nella sua newsletter settimanale. “L’idea che ci siamo fatti dell’intera vicenda Ligresti  -  aveva affermato Renzi – è che la legge non sia uguale per tutti e che se conosci qualcuno di importante te la cavi meglio. E’ la Repubblica degli amici degli amici: questo atteggiamento è insopportabile. Se diventerò segretario del Pd su questo tema vorrei combattere una battaglia culturale”. “Non è un problema giudiziario  -  aveva spiegato il rottamatore – è peggio: è un problema politico”. Postilla: “Cancellieri dice ai giornali: ‘se ci fosse stato il vecchio Pd mi avrebbe difeso’. Non so. Io spero che ci sia un Pd nuovo. E lo spero per l’Italia, non per Cancellieri”.
A Radio Capital, ancora Renzi aveva sottolineato la perdita di autorevolezza e credibilità del Guardasigilli: “Si dovrebbe dimettere perché ha perso prestigio e autorità. E sarebbe più logico fare come in tutti i Paesi civili, dimettersi prima del voto di sfiducia”.
Nel pomeriggio, durante il botta e risposta via Twitter (all’hashtag #matteorisponde) e in diretta sul suo sito, Renzi era stato ancora più perentorio, sollecitando questa volta a Enrico Letta, con premessa: “Se fossi nella Cancellieri mi sarei dimesso. Se il premier vuole salvarla ci metta la faccia lui (ma fossi in lui non lo farei) andando al gruppo Pd”. E aveva aggiunto: “Se io fossi segretario del partito chiederei di votare la sfiducia”.
Pippo Civati, intenzionato a portare alla riunione del gruppo la sua mozione di sfiducia nei confronti di Cancellieri, aveva chiesto al partito di esprimersi con compattezza, sottoscrivendo la sua proposta: “Dobbiamo dire una parola chiara agli elettori  – ci aveva spiegato al telefono il candidato alla segreteria – se siamo tutti d’accordo che questo sia stato un episodio scivoloso e  concordiamo sull’inopportunità che il ministro stia ancora al suo posto. Perché tergiversare? Intendo portare la mozione in Aula a nome di tutto il Pd, non voglio  mettermi in mostra per motivi congressuali. Chiedo solo coerenza ai miei compagni di partito: facciamo quello che diciamo”.
Civati se l’era poi presa con il viceministro all’Economia Stefano Fassina, contrario alla sua iniziativa: “E’male informato. La mozione non ha un nome e cognome, ma interpreta la volontà del partito”. Lo stesso Civati si era detto d’accordo con Renzi: “Non dobbiamo pensare che il governo cade se la Cancellieri viene sfiduciata. Anzi, l’esecutivo può continuare con più trasparenza”.
In serata, alla vigilia dell’assemblea, Civati aveva pungolato con un tweet anche Cuperlo:  “Chiedo a @giannicuperlo (che mi attacca) come voterà stasera, se pro o contro sfiducia ministro. #nonsicapisce”.
E la risposta era giunta da un riunione dei deputati che sostengono la candidatura di Cuperlo alla segreteria del Pd: sarebbe opportuno un passo indietro di Annamaria Cancellieri, ma se stasera il premier Enrico Letta chiederà al gruppo Pd di confermare la fiducia al governo, i parlamentari vicini a Cuperlo la ribadiranno. In sostanza, lo stesso invito di Renzi: “Letta metta la faccia” evitando che la riunione finisca con un voto.
La giornata di Cuperlo era iniziata invece a Uno Mattina, dove il candidato alla segreteria si era augurato un chiarimento da parte del premier Letta e del segretario Pd Epifani: “Ho già avuto modo di dire e di auspicare che serve una riflessione da parte del ministro Cancellieri, che ha sempre dimostrato grande spirito di servizio nei confronti dello Stato, insieme ad Enrico Letta: deve valutare se esistano le condizioni di serenità e di opportunità politica per poter continuare a svolgere un ruolo così delicato. Stasera il Pd discuterà tutto insieme, come deve fare un partito. Mi auguro che il segretario e il presidente del Consiglio intervengano all’assemblea del Pd per chiarire e fugare ogni dubbio”.
Grillo, Pd da ricovero. A gettare altra benzina sul fuoco ci aveva pensato Beppe Grillo, che sul suo blog aveva accusato i democratici di non voler sottoscrivere la mozione targata M5S, accompagnando il post con un fotomontaggio in cui Matteo Renzi, Pippo Civati e il premier Enrico Letta sono ritratti come tre cuculi. “Dario Franceschini del pdmenoelle – scriveva Grillo – ha detto che potrebbe accettare la sfiducia della Cancellieri, ma non quella proposta dal MoVimento 5 Stelle. Franceschini assomiglia a quel tizio che si tagliava i gioielli di famiglia per fare un dispetto alla moglie. Non è giusto ciò che è giusto, ma è giusto ciò che è contro il M5S. Una logica da manuale del perfetto idiota pdmenoellino”. E continuava: “Questi sono da ricoverare, meritano un Tso accurato, si credono Machiavelli e sono solo dei politicanti. Il pdmenoelle è formato da un numero impressionante di cuculi. Il cuculo depone l’uovo nel nido di altri uccelli e Il piccolo che nasce si sbarazza delle altre uova presenti. I due cuculi più attivi del pdmenoelle sono Renzi e Civati”.
ISCRIVITI ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK
FONTE:

Nessun commento:

Posta un commento