domenica 17 novembre 2013

VERGOGNOSO COME CRIMINALI OGNI GIORNO CHIEDONO SACRIFICI AL POPOLO. MENTRE LORO VIVONO NEI LUSSI SUL SANGUE DI GENTE ONESTA

Date: 15.11.2013Roma: storia di una donna, suo figlio e il suo cane, spazzati via dalla crisi e rimasti senza nulla “Questa e la storia di Anna (il nome è inventato), una donna che fino a pochi anni fa aveva una vita normale come tutti: un lavoro, una casa, un figlio e un cagnolino. Non era benestante, ma nemmeno povera. La crisi in Italia l’ha travolta come un treno in corsa e improvvisamente Anna ha perso tutto, casa e lavoro. Entrambi, mamma e figlio, sono stati ospitati in una casa famiglia che però non accettava il loro cagnolino. Allora Anna fece la scelta più difficile ma anche quella più sensata, una scelta d’amore: trovò da sola per il loro cagnolino una famiglia. Con il tempo sembrava che le cose andassero bene ma Anna venne a sapere che quel cagnolino non stava più bene, veniva maltrattato dalla mattina alla sera e corse a riprenderselo: quando lo rivide gli promise che non lo avrebbe più lasciato da solo. Gli chiedeva fra le lacrime di perdonarla e ritornarono in casa famiglia. Quando arrivarono all’istituto si sentì dire un no categorico a tenere il cane e cosi Anna, per non lasciarlo, preferì andare anche lei per strada. Successivamente gli assistenti sociali hanno preso il sopravvento e il bambino le è stato tolto. Anna dorme da più di un anno in strada su una panchina. È uno scricciolo di donna, 40 anni, snella da far impressione e ogni week end va a trovare il suo bambino all’istituto. Anna è una donna mortificata dalla vita, ha vergogna a chiedere aiuto e a poche persone ha raccontato la sua storia straziante. Anna non chiede soldi ma a volte solo le scatolette per il cagnolino. Ha provato a chiedere alla Caritas di passare almeno la notte da loro, ma non hanno accettato il cane e lei non si è sentita di lasciarlo. Ha provato a fare richiesta per una casa popolare e le hanno risposto che la burocrazia italiana è lunga. Continuamente gli assistenti sociali le parlano affinché lei firmi dei fogli per procedere con l’adozione del figlio e lei ha paura anche dell’aria che respira. Anna è una donna italiana e suo figlio è in un istituto, lei non beve non si droga e non ruba. È una donna timida, ha gli occhi pieni di lacrime, il viso segnato dalla sofferenza e le mani che tremano. Anna è una mamma italiana che ha perso tutto. È una donna che ha dovuto assistere al pestaggio del cane avvenuto per mano di altri clochard, una donna continuamente a rischio. Io faccio un appello al sindaco Marino. Noi tutti vorremmo per questa donna, ma anche per tutti gli altri disagiati come lei, un appartamento dove lei possa dormire, mangiare e lavarsi esattamente come fa lei caro sindaco e non c’è burocrazia che tenga. Trovate immediatamente un posto per questa donna, datele la possibilità di riscattarsi, di trovare lavoro perchè con una busta paga questa  può riprendersi suo figlio. Mettetevi una mano sulla coscienza tutti. Ma tutti quelli che possono dare una mano al mondo e non lo fanno. Tutti quelli che sono stati fortunati nella vita, non danno. Io scrivo con le lacrime agli occhi perché sono una mamma e non ho la possibilità economica di poterla aiutare altrimenti giuro sulla vita di mia figlia che lo farei, mi spoglierei per vestire lei e per farle riabbracciare suo figlio in un letto caldo. Io chiedo solidarietà, non voglio collette, voglio qualcuno che si faccia avanti, voglio che il sindaco faccia quest’opera caritatevole. Abbiate pietà per lei, non è giusto che debba perdere il figlio e non vi azzardate a dire che è colpa del cane, perché chi possiede un cane e lo ama sul serio lo mette alla pari con i figli e lei giustamente sapendo il primo figlio al coperto, ha preferito far compagnia al secondo. Abbiate pietà per questa donna. Io vado da lei domenica con una volontaria che me l’ha segnalata e già da tempo le porta da mangiare, sia per lei che per il cane. Domenica andiamo e le cucino anche una lasagna, per lei e l’altro papà che però ha un piccolo aiuto dagli assistenti e ha un posto dove dormire. Ripeto abbiate pietà delle persone che non hanno avuto ciò che invece avete voi e aggiungo anche vergognamoci tutti. Pamela Mazza”. Testimonianza fornita da Pamela Mazza, che dà la propria disponibilità a fare da tramite a chiunque voglia offrire ad Anna un lavoro o una sistemazione. Potete contattarla a questo link. L’appello originale si trova qui. Foto: fonte appello (Facebook). © All4Animals - tutti i diritti riservati

Fonte originale dell'articolo: http://www.all4animals.it/2013/11/15/roma-storia-di-una-donna-suo-figlio-e-il-suo-cane-spazzati-via-dalla-crisi-e-rimasti-senza-nulla/
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