venerdì 25 ottobre 2013

POVERI ANIMALI

Ucciso un altro orso marsicano. Ci stiamo giocando una specie unica al mondo

orso marsicanoUn’orsa marsicana è morta oggi dopo essere stata investita nei pressi del Parco nazionale d’Abruzzo, sul cui sito si legge che ormai sopravvivono solo 40 di questi animali: non si trovano innessun altro luogo al mondo, riescono a riprodursi felicemente, hanno cibo in abbondanza, sono generalmente in buone condizioni di salute ma negli ultimi trent’anni il loro numero si è più che dimezzato. Hanno infatti un grave problema: l’uomo.
Due anni fa il Parco ha calcolato che dal 1970 sono stati uccisi 98 orsi (in gran parte impuniti i colpevoli). L’aggiornamento, salvo errori, porta il numero a 102: l’orso Stefano ammazzato a fucilate, un’orsa investita a Pescasseroli e un’altra in autostrada. E poi quella morta oggi.
E’ una morte annunciata, dato che l’animale è stato investito tra Anversa degli Abruzzi e Villalago, sulla strada Sannite notoriamente frequentata dagli orsi. Il Wwf Abruzzo ha speso parole di fuoco. In sintesi: su quella strada si spende un milione di euro per una rete paramassi e non si trovanopoche migliaia di euro per la recinzione in grado di indirizzare gli animali (orsi e non solo) verso un sottopasso già esistente.
Subito dopo l’incidente, l’orsa investita ieri sembrava in condizioni relativamente buone: “solo” fratture alle zampe; per ridurle è stata operata all’Istituto della facoltà di Veterinaria dell’Università di Teramo ma un arresto cardiocircolatorio ha stroncato tutte le speranze. Il presidente del Parco nazionale d’Abruzzo si è arrabbiato per iscritto:
è improcrastinabile un’iniziativa congiunta tra Ministero, Ente Parco, Corpo Forestale dello Stato ed Enti Locali che impegni le migliori risorse per affrontare la difficile problematica della salvezza dell’orso e della fauna del Parco in generale. Dal rispetto dei limiti di velocità per la sicurezza delle strade del Parco al miglioramento delle attività di sorveglianza, dagli interventi sugli orsi confidenti all’efficacia delle indagini giudiziarie. Non solo di ricerche scientifiche c’è bisogno ma di azioni concrete costanti ed efficaci per non restare a guardare di fronte al frustrante dissolvimento del patrimonio naturale del Parco
Sottolineo due punti: il “frustrante dissolvimento” del Parco e la necessità dell’ “efficacia delle indagini giudiziarie” (scusate se è poco!) dal momento che, aggiungo io, quasi tutti i responsabili delle uccisioni degli orsi non sono mai stati identificati. Non mi risultano notizie, ad esempio, sugli autori della fucilazione dell’orso Stefano.
Il Wwf Abruzzo è stato ancora più duro. Il suo comunicato stampa rende noto che l’unica conseguenza del passato avvistamento di orsi lungo la strada in cui è avvenuto l’incidente di ieri è stata l’installazione di cartelli e di catarifrangenti. Provvedimenti non certo risolutivi nè all’avanguardia, dato che sulle strade del Canada esistono sensori che, all’arrivo di un animale, accendono semafori rossi e altri sistemi di allerta: investire un grosso animale è un pericolo mortale anche per gli automobilisti.
E anche senza arrivare a queste vette, il Wwf sottolinea che proprio nel tratto di strada in cui è morta l’orsa esiste un sottopasso. Basterebbe installare recinzioni per convogliare verso quel punto gli animali. Basterebbe. Intanto gli orsi marsicani si sono ridotti ad una quarantina di esemplari. Il minimo minimissimo, secondo gli esperti, perchè una specie possa ancora sperare di avere un futuro.

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