martedì 27 agosto 2013

gruppo genitori

Lucca è una città malata”. Dopo l'aggressione politica, genitori schierati coi figli in una lettera aperta destinata a sindaco e prefetto: “ Che questa vergogna abbia fine”


26-08-2013 / INTERVENTI / LA REDAZIONE
LUCCA, 26 agosto – Dopo l'aggressione del giovane ventiduenne nella sera della Notte Bianca da parte di estremisti di destra, i genitori dei ragazzi del gruppo Torpedo intervengono con una lettera aperta destinata prima di tutto al Prefetto Giovanna Cagliostro, al sindaco Alessandro Tambellini e a tutte le istituzioni.
E' accaduto di nuovo, un'altra aggressione, altra violenza in questa città evidentemente malata, indifferente e distratta. Siamo purtroppo di nuovo a parlare di questo "fenomeno" che costantemente, da molti anni cova sotto le ceneri della "sana e quieta convivenza" lucchese. Siamo cittadini che da troppo tempo subiscono questo clima; che sanno che i propri figli non sono liberi di uscire e frequentare certi locali o determinate zone della città senza rischiare di essere insultati, aggrediti, o ancor peggio accoltellati.

Sì, siamo genitori dei  ragazzi che appartengono al movimento degli studenti di sinistra. C'è qualcosa di male in questo? Lo chiediamo perché tutte (troppe) le volte che avvengono fatti di questo genere viene sempre accreditata da stampa, istituzioni, forze dell'ordine, la tesi che, in una città tranquilla come la nostra siano attive due fazioni in lotta fra di loro (destra/sinistra) che usano la violenza come unico strumento di lotta politica. E' ora invece di dire chiaramente che ciò è falso!

Qualcuno (giornalisti, politici, poliziotti, carabinieri, eccetera) si ricorda un minimo la cronologia e le modalità in cui si sono verificate aggressioni nei passati mesi e negli anni recenti?

Ci sono stati i processi che hanno portato allo scioglimento del gruppo ultrà dei Bulldog, banda di neofascisti responsabili della violenza negli stadi, gli sfregi contro i gay con tanto di svastiche subiti dalla libreria Baroni, il pestaggio in corso Garibaldi ai danni di un ragazzo reo di aver "sconfinato"( con gravi conseguenze cliniche) , l'inseguimento in macchina e relativo accoltellamento di una altro ragazzo, le violenze verbali e fisiche (frattura della mandibola) contro una donna, cui è stata successivamente alla denuncia sporta, incendiata l'auto, le botte ad un immigrato davanti ad un altro locale di Lucca, i fatti del Bruton, dove un ragazzo ha perduto un occhio nell'aggressione, sempre ad opera di neofascisti, la vigliacca vicenda dove, sempre in uno dei locali lucchesi è stato picchiato un uomo inerme. Poi arriviamo (ma sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa) ai fatti odierni: stesso copione.

Ci interessa capire da voi se tutto ciò non basta per dire apertamente che la cultura della violenza, della spedizione punitiva, della sopraffazione, sta solo da una parte. Smentiteci se ne siete capaci, provate a pensare cosa è successo nel passato che non sia stato provocato da questa frangia di teppisti "politici".

Le conseguenze per gli autori di simili misfatti quali sono state? Minime. A tal punto che si è arrivati a sospettare una specie di impunità che ha portato quasi al "mito" intorno a certi miseri personaggi.

Durante la Notte Bianca  un ragazzo si è preso una bottigliata in faccia (15 punti di sutura), altri due studenti sono stati attesi sotto casa da squadracce organizzate per colpire, e se ne sono usciti indenni è stato solo per la loro prontezza di riflessi, anche se uno dei due ci ha rimesso i vetri della macchina.

Il nuovo Garante per la sicurezza, Francesco Raspini, nominato dal sindaco Tambellini con tanto di rullo di tamburi cos'ha da dire? Che si pronunci e ci assicuri che i colpevoli (gente nota di cui si sanno i nomi e i cognomi, gente riconosciuta da testimoni) venga perseguita e tolta una volta per tutte dalle strade di Lucca.

Vogliamo che questa volta tutti si assumano le proprie responsabilità, dal Questore al Prefetto, al Sindaco e non solo. Chiediamo anche alle forze sociali sane che esistono a Lucca (sindacati, partiti, associazioni, intellettuali, operatori culturali) di esercitare pressione sugli organi preposti alla sicurezza affinché questa vergogna finalmente abbia fine.


Un gruppo di genitori

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