sabato 28 settembre 2013

CRONACHE DALL’INFERNO

CRONACHE DALL’INFERNO

Mi permetto di scriverle, Dott. Benetazzo, in considerazione della stima che nutro nei suoi riguardi e soprattutto per lo spazio che ha spesso dedicato all’interno del suo sito ad argomenti molto scomodi ai media nazionali che tuttavia sono sempre più spesso rivendicati da molte associazioni animaliste. Mi auguro che troverà il tempo per leggere questo mio scritto e se possibile anche di veicolarlo attraverso il suo circuito personale di social network. La mia è una storia molto triste, che ha quasi dell’incredibile, se dovessi darvi un nome la intitolerei letteralmente cronache dall’inferno. Sono un ragazzo di 19 anni nato in Lombardia ma da qualche anno vivo ormai in Liguria assieme a mia madre, la quale si è separata da quello che un tempo consideravo mio padre, circa due anni fa. La separazione è stata repentina, violenta e soprattutto unilaterale, in poche parole mia madre ha voluto troncare brutalmente con mio padre nel giro di qualche giorno, quasi fosse stato un fulmine a ciel sereno come si suol dire. 
 
Non vi sono mai stati momenti in precedenza di conflitto o di tensione in famiglia, semplicemente mia madre un giorno di soprassalto mi ha detto che dovevamo andare via quanto prima per stare il più possibile lontano dal papà e non doverlo mai più incontrare. Per me è stato uno shock, di punto in bianco un pomeriggio partimmo in auto abbandonando quella che era la mia casa natale per andare ospiti alcuni giorni dalla mia nonna materna in Liguria. Ricordo ancora come se fosse adesso le lacrime ed i pianti di mia madre durante il tragitto in autostrada assieme alle mie continue domande: Mamma, cosa è successo ? dove andiamo con tutti questi bagagli e soprattutto perchè non posso chiamare papà ? Amore mio, pazienta qualche giorno e provverò a spiegarti se ne avrò il coraggio e la forza, così mi rispondeva. Mi sembrava di vivere un incubo, speravo di svegliarmi e capire che era tutta una finzione della mia mente. Invece era la realtà. Una durissima realtà. Persino mia nonna i primi giorni di permanenza non capiva che cosa fosse accaduto: nel frattempo quello che era mio padre, che in quei giorni si trovava all’estero per un convegno medico, continuava a chiamarci al cellulare senza ricevere volutamente risposta da parte nostra.
 
Solo dopo due giorni e svariate compresse di valeriana, mia madre ebbe il coraggio di darmi alcune spiegazioni. “Non me ne sono mai accorta prima, ma sappi che tuo padre è uno schifoso, viscido, ripugnante essere umano con una vita segreta di cui non mi sono mai accorta. Ho trovato dei vecchi CD nascosti nella scarpiera in garage e per scrupolo prima di cestinarli ho provato a leggerne il contenuto. Tuo padre non è un medico ricercatore come ci ha fatto sempre credere, ma uno sporco sadista di merda che tortura per piacere e delizia personale poveri animali indifesi. Ho visto con i miei occhi un video in cui qualcuno lo riprende assieme al suo caro amico >>omissis<< mentre entrambi si divertono a spaccare la testa di poveri cani e scimmie con una mazza da baseball all’interno di un laboratorio per dopo mettersi a ridere e ghignare tra di loro. In un altro filmato si fanno riprendere che lanciano dei piccoli gattini vivi contro una parete per poi prenderli a calci e schiacciarli con i piedi mentre sono ancora agonizzanti”.  Non racconto tutto quello che accadde dopo, ma io non ci credevo, pensavo fosse una scusa inventata di mia madre, ma alla fine la obbligai a farmi vedere questi CD incriminati che aveva portato con se.
 
Dopo alcuni minuti di visione ho dovuto andare in bagno a vomitare, non potevo credere a quello che avevo appena visto: altre scene molto più crude e sadiche di quello che mi aveva raccontato mia madre. Come poteva quell’individuo essere mio padre ? Un essere immondo che assieme ad altri colleghi seviziava, torturava e violentava gratuitamente come fosse una sorta di gioco ogni animale che gli capitava legato vivo o incatenato sul tavolo chirurgico. Tralascio quello che accadde nelle settimane successive, penso sia troppo personale: mia madre fece richiesta di divorzio e io feci sapere a mio padre che avrei dato visibilità a quello che avevo potuto conoscere di lui ed i suoi colleghi e soprattutto che non volevo mai più rivederlo. Spero mi crediate: mio padre a quel punto mi ha minacciato di morte se solo avessi osato procedere in tal senso. Andammo dal legale (uno specialista in diritto penale) che dava assistenza a mia madre per la procedura di divorzio e quando gli raccontammo delle minacce ricevute, ci disse di lasciar perdere per il nostro stesso bene. Restammo increduli non credevamo a quelle parole. Ma come chi ci avrebbe dovuto aiutare in realtà ci diceva di fare un passo indietro.
 
Per farla breve, questo avvocato ci disse che in Italia, come in tante altre nazioni occidentali, esiste una potentissima e ben nascosta lobby di sadisti, soprattutto all’interno dell’ambiente medico, che foraggia istituzioni ed autorità per avere campo libero in determinati ambiti, uno di questi è la cosidetta sperimentazione animale, che in realtà non ha alcuna valenza scientifica, ma rappresenta invece una copertura legale per procurare animali da torturare per lo sfogo ed il conseguimento del piacere personale. Queste persone, se possiamo chiamarle tali, si nascondono solitamente dietro una prestigiosa professione: vivisezionerebbero con molto più piacere esseri umani se potessero farlo, senza subire conseguenze legali. Sull’argomento è stato prodotto qualche anno fa un film denuncia che invece venne spacciato come un film  horror (Hostel girato in Slovacchia nel 2005). Ho provato a contattare alcune emittenti televisivi e testate giornalistichema ho sempre e solo trovato porte in faccia, della serie l’argomento non ci interessa. L’unica certezza che ho adesso è quella di sapere che razza di mostro sia mio padre e purtroppo anche quanti ce ne sono ancora come lui, nascosti dietro a un camice bianco e una laurea in medicina riconosciuta come socialmente prestigiosa. 
 
Ti potrebbero interessare anche

Nessun commento:

Posta un commento